Camminando tra mare e laguna: la Feniglia

Siamo stati a fare un sopralluogo in un luogo a noi molto caro quanto noto. Talmente ci piace che ogni scusa è buona per tornarci e così è stato, anche se la strada la conosciamo bene.

Camminando nel largo viale alberato che si apre tra il mare e la laguna ci è venuto in mente che questa escursione poteva essere un pochino diversa dalle altre.

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La magia dell’abbandono sempre più radicato e definito

Abbandonarsi alla bellezza di un bosco selvaggio e incontaminato…apparentemente abbandonato ma non da se stesso.

Il sentiero scende e in questa discesa inizia un viaggio verso le origini, vero l’essenziale che non è altro che acqua… nell’acqua nasciamo, di acqua è composta una grandissima percentuale del nostro corpo, nell’acqua rinasciamo ogni volta che ci immergiamo…

Abbandonarsi significa alleggersi, eliminare il superluo, cercare la nostra strada ma prima ancora riconoscere chi siamo veramente e cosa vogliamo, di cosa sono fatte le nostre cellule, di qual è il nostro potenziale inspresso.

Camminare immersi in un verde così pieno e fitto ti fa sentire parte del bosco stesso, gli alberi ti accompagnano nel loro mondo che in pochi passi diventa il tuo.

Il fiume scorre, lava via le nostre paure, i pensieri che ristagnano e tutto prende la via verso il mare, in una corsa inarrestabile verso la sua meta, proprio come noi…e allora il fiume ci insegna a lasciar scorrere, ad abbandonarci alla vita, a non trattenre paure ma lasciare che tutto ciò che siamo scorra verso la nostra meta seguendo il suo corso.

Tornare all’acqua e farlo attraverso un sentiero che scende è metafora del nostro immergersi dentro noi stessi, tornare alle origini per poi tornare in quota, nelle nostre “altezze” ma farlo con una nuova consapevolezza.

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